Il Bruco che non voleva volare.
Genny il Bruco abitava sopra uno dei più bei rami del Grande Albero. Questo ramo era lungo, aveva molto spazio ed era in un'ottima posizione, né troppo al sole ma nemmeno tanto all'ombra. Questo faceva sì che il ramo era sempre ricco di gustose foglie e quotidianamente nascevano nuove gemme. "Sono proprio fortunato" si diceva il Bruco, "vivo come un pashà e poi, sono anche così bello!". In effetti, Genny era di un bel verde brillante con delle interessanti screziature sul dorso che lo rendevano molto proprio simile alle foglie del Grande Albero. Il Bruco ricordava bene quella mattina in cui il suo amico Bob era stato divorato da quell'orribile uccello. Bob, d'altronde, era di un verdognolo strano e pensava solo a mangiare. Genny glielo diceva di stare in guardia, "ma voglio costruirmi un bel bozzolo" rispondeva quello. Comunque, volendo essere precisi, anche Giuly e Pippo, i suoi amici, erano presi dalla frenesia per questo bozzolo. Ormai non si frequentavano quasi più, perché loro stavano sempre a mangiare e a parlare di come potrà mai essere. "Ma perché non di godono questo Paradiso! "si chiedeva, "tutto è così confortevole e sicuro su questo ramo".
Una mattina Genny decise di fare una gita verso il tronco, per vedere se da quella parte stavano nascendo nuove gemme. Stava strisciando di buona lena, quando, all'improvviso sentì la voce di Giuly: "ehi, Genny!!!!". Si voltò di scatto e la vide assieme a Pippo: "cosa ci fai ancora così??". Genny strabuzzò gli occhi, non erano più bruchi, ma meravigliose farfalle.
"Sapessi come è buono il nettare, una volta mangiavamo solo foglie, ma non è paragonabile alla dolcezza dei fiori...e poi Giuly ed io ci siamo fidanzati!! Ma cosa aspetti, vieni anche tu con noi!!!" Genny prima rimase sbalordito, ma dopo poco fu colto dalla tristezza. Come fare a cambiare, a diventare farfalla? Non sapeva proprio da che parte iniziare. Ci pensò e ripensò tutto il giorno e quella notte, non riuscendo a dormire, si confidò con la Luna, che per confortarlo iniziò a cullarlo così dolcemente, che il Bruco si addormentò.
Quando si risvegliò si sentì strano, diverso, con una gran fame, così d'istinto si mise a cercare...un fiore! Non era più un Bruco, era diventato una Farfalla e si rese subito conto che il ramo confortevole non gli serviva più.La Tecnica Metamorfica è così, ti aiuta a cambiare, a trasformare percezioni e punti di vista, attraverso delicate carezze. Ti sostiene nella attivazione del tuo potenziale, facendo nascere la tua farfalla interiore.
Elena Ziglio
22/11/2021